IL TAGLIO “BACK-DOOR”, LA MORTE DELL’ANTICIPO DIFENSIVO
Il basket è uno sport di azione e reazione giocato con palla, senza la stessa e a rimbalzo. Il taglio “Back-door” è un movimento d’attacco senza palla eseguito, come reazione , per contrastare la difesa che aggredisce.

Quando il difensore tenta l’anticipo, con lo scopo d’impedire il passaggio della palla a chi la vuole ricevere, è il momento del taglio verso canestro. Il risultato? Basta immaginarlo, si può. Non sarà sempre positivo, è logico. Dipende dalla qualità dell’esca, dalla credibilità della finta che viene fatta prima del “back-door”. Se il tagliante batte il suo difensore diretto, è necessario che il passaggio arrivi tempestivo e preciso. Non è facile per ragazzi “Under13-14”. Ecco quello che bisogna immaginare: tantissimi errori prima di imparare!!!

Quale finta? La difesa deve pensare che l’attaccante stia andando verso la palla con convinzione per riceverla. Deve essere credibile se vuole ingannarla , bisogna essere come attori nel palcoscenico che recitano nel parquet di gioco. Il movimento per andare a ricevere palla deve essere verosimile. Si creano così i presupposti perché la difesa si sbilanci. Troppo comodo pensare al “back-door” come all’arma totale ad effetto sicuro, senza sforzarsi più di tanto. L’arma non garantisce nulla, ma è valida sempre e comunque. Il risultato finale dipende da come si usa il “back-door”, non dal movimento stesso. Il frutto dipende da come e quando viene utilizzato? Il “perché” è scontato da parte di chi deve ricevere palla dopo il taglio. Muoversi senza palla è solo il 50% della collaborazione a due…

Per tagliare “back-door” bisogna quindi essere pronti.

La prontezza è un fondamentale “mentale” che vale sia per l’attacco che difesa. Sapendo che l’attacco è più difficile da eseguire, la prontezza del giocatore ha bisogno di un generico qualcosa in più, che chiameremo consapevolezza. Iniziato il movimento “back-door”, è vietato interromperlo per non ingannare il compagno passatore. Il taglio, senza interruzione, rimarrà comunque un movimento valido per il gioco di squadra.

Allarme per tutta la squadra

Quando un ragazzo si appresta a giocare una gara di campionato giovanile, come abbiamo già detto, deve essere “pronto”. Soprattutto ad attaccare, senza tralasciare il pensiero che è la difesa a far vincere. Pensare ad attaccare, però nel modo giusto, con pensieri “veri”.

Le sue riflessioni NON andranno a disperdersi, come la sabbia nel deserto, come pensando a fare i punti.
Invece, dovrà spendere energie mentali, di diverso tipo, in modo che diano prontezza a muoversi senza palla.

 

Il valore della palla.

Farà molta fatica a riceverla se rimarrà fermo , perchè gli avversari nei campionati giovanili usano e useranno sempre il pressing. E’ scontato, lo si conosce in anticipo, perché è la difesa dominante dei campionati giovanili e realizzata con l’aggressività estrema. Anche se la difesa pressing è fatta individualmente ha sempre una percentuale di organizzazione. Anche l’attacco lo deve essere.

Il nostro ragazzo deve avere la piena consapevolezza nel muoversi col taglio “back-door”, ma la strada da percorrere per l’apprendimento del fondamentale è molto lunga perché è il risultato di una collaborazione a due.
Non dimentichiamo il passaggio che deve essere fatto, per il nostro modo di giocare, direttamente dal palleggio.
Basterà farlo solo come nell’esercizio? E’ insufficiente, va bene solo per iniziare . Bisogna giocare, leggendo la difesa, imparare ad ingannarla e si deve utilizzarlo (back-door) durante il gioco al momento giusto.
Con la stessa prontezza bisogna passare la palla. Intanto , ci vuole l’abitudine a muoversi veloce, con reattività, senza problemi “energetici”. Gli esercizi non bastano. Chi si riempie la bocca con la parola “fondamentali” deve sapere che non vanno fatti solo individualmente e a “secco” (senza difesa). Bisogna realizzarli proprio durante il gioco e con consapevolezza.

Entriamo nel campo della didattica metacognitiva, il cui fondamento è la “goccia che cade sopra al sasso”. E nello stesso punto.

Partire dall’esecuzione degli esercizi è meglio di niente, ma niente di più .
Coi ragazzi Under 13-14 ci saranno dei problemi. Anche quando comprenderanno che la salvezza dell’attaccante dipende dal taglio verso canestro.
Per il ragazzo può essere un problema perché prima della logica, ci sono i suoi progetti individuali. Senza alcuna razionalità cestistica, ma appartengono al giocatore e bisogna considerarli. Purtroppo il “taglio beck-door” non sarà fatto come insegna il Coach perché condizionato dalla mancanza di fiducia nel ricevere palla dal compagno. Io posso anche “tagliare”, dicono, ma il mio compagno mi passerà la palla? Non ce la fanno ad essere fiduciosi. Non capiscono che comunque la strada è giusta perchè si avvale della logica di squadra , basata sulla semplicità.
Siamo nel periodo degli Under 13-14, un’età problematica, ma tutto dipende dalla cultura e dal carattere del ragazzo. Diciamo che , in generale, ci sono parecchi problemi mentali da superare da parte della maggioranza dei giocatori.

A nostro avviso, la prontezza a muoversi, senza
palla , è il fondamentale d’attacco più importante per battere l’aggressività difensiva degli avversari. Quindi, il giocatore deve andare in campo ed essere pronto ad attaccare il pressing, cominciando dalla rimessa dal fondo. Lo diciamo ogni volta che i nostri ragazzi stanno per giocare una gara di campionato. Sempre, continuamente , con persistenza. Non smettiamo mai di dirlo. Siamo così insistenti e pedanti come la goccia che cade sul sasso.