Partita giocata il 25/01/2015

 

Scritto da Enrico Sarti.

 

Causa la colpevole assenza del nostro strapagato cronista-commentatore-refertista-cronometrista, mi dispongo a farne temporaneamente le veci nonostante la dichiarata incompetenza.

Anche a me non è piaciuta la partita, però mi sono piaciuti i ragazzi e penso che meritino un elogio per questa vittoria.

E’ inutile che mi spacci per tecnico, che scavi fra i sottili risvolti che capisco solo se Larry ce li spiega, i naif vedono altro, anzi… percepiscono altro. Io ho percepito saggezza.

Più saggi e pazienti degli avversari, dei tifosi e del fato quando non li ha baciati.

Dopo i progressi di una striscia vincente, venivamo da due partite mal giocate, compresa quella vinta nonostante il tavolo (sic!). Avevo notato che in settimana Don Rodrigo si era intrattenuto coi Bravi portatori di palla: il Ligio e l’Esteta. Ma la mia curiosità si è scontrata col muro di omertà alzato da quello che mantengo da anni, rivelatosi più bravo a schivare le domande che gli avversari. Così ero molto ansioso di vedere quali diavolerie avremmo messo in campo, soprattutto per aggirare la famigerata ‘zona’ che ci crea tanti problemi. Stolto! Chi si affida a regolo e compasso non risolve tratteggiando a mano libera: si è capito presto che invece d’inventarci chissà cosa, avremmo cercato di fare meglio quello che sappiamo. Saggezza. Dunque nessuna novità, loro con la ‘1-3-1’, noi col nostro schema: una traccia su cui si inseriscono infinite variabili, affidate al criterio di chi ha la palla al momento. Ma sbaglio, una novità c’era: la trama funzionava! Abbiamo iniziato macinando passaggi fino al giocatore sotto canestro. Ben fatto! Un ‘tiro ad alta percentuale’ direbbe Larry, ma lui non c’era e nemmeno la percentuale! Molte conclusioni facili sbagliate anche in solitaria, peggio, altrettanti contropiedi uno contro zero subiti. E’ frustrante non ricevere il premio dopo che si è fatto tutto per benino, “se non la mettiamo da lì possiamo andare a casa…” Prevedevo, da un momento all’altro, di assistere a improvvisazioni, tentativi uno contro tutti, preghiere innalzate all’anello, ma cosa ho visto? Saggezza.

La difesa ci ha mantenuto in linea di galleggiamento fino all’intervallo lungo. In altre occasioni il nostro pressing è stato molto più efficace, però stavolta (Larry sarà orgoglioso di me) ho notato qualcosa… Essere genitori significa guardare 10 giocatori e vederne 1+9, ciò non assegna meriti tecnici, anzi, però stavolta mi ha permesso di accorgermi che il mio numero preferito, se la difesa a metà campo saltava, spesso abbandonava l’avversario per andare ad occupare la nostra area. Ora, conoscendo i miei polli, non posso credere ad una iniziativa personale, dev’essere un losco disegno del marchingegnere che ci guida… me lo farò Spigare. Così abbiamo preso un paio di tiri da fuori, ma nella nostra area sovraffollata, quasi non riuscivano ad entrare e il biondo di casa, lontano dal canestro, diventava nervosetto…

A lungo nello spogliatoio a digerire raccomandazioni, siamo rientrati senza smaniare per i pochi punti sotto e abbiamo ricominciato a battere pazientemente lo stesso chiodo.

Un bravo in più a quelli che prima sbagliavano, ci hanno creduto ed hanno saputo fare molto meglio.

Per contro, gli avversari si spazientivano e per noi diventava più facile. Nemmeno dopo il vantaggio il mulino si è fermato, lento e inesorabile, fino a macinare una decina di sacchi.

Fra’ Cristoforo biancorosso ha cominciato ad agitarsi, ad entrare in campo, ha preso anche un tecnico, però è riuscito a dare una sferzata ai suoi e a rimescolare la corrente a noi favorevole.

I nostri, forse per tutto quel macinare, respiravano già l’aria idilliaca e soporifera del Mulino Bianco. Ahia… discreta la difesa ma l’attacco mica tanto, gli avversari si sono pian piano riavvicinati e ringalluzziti. Ancor più i loro tifosi! Ho temuto la debacle… macché, nessun affanno, nessuno sproposito. Saggezza. Un paio di giocatori freschi, rialzate le barriere in area e in poco tempo di nuovo a +10. Forse non avremmo dovuto saltare in piedi all’ultimo sbeffeggiante passaggio dietro la schiena, qualcuno si sarà sentito leso nella dignità perché  è cominciata l’infelice sceneggiata che,  da quelle parti, non vedo per la prima volta. Ma tu guarda un po’… i ragazzi che sbagliano in campo sono i figli di quelli che sbagliano in tribuna…

e dire che basterebbe un po’ di

saggezza.